TERAMO – (jacopodifrancesco) Il pomeriggio del Bonolis sembra tranquillo, buona cornice di pubblico nonostante l’avversario non di prima fascia ma storicamente ostico per il Diavolo. Solito 3-5-2 e tutti riconfermati dalla vittoria di Gubbio, eccezion fatta per Brugaletta al posto dello squalificato Scipioni; bene il ragazzo siciliano. 4-4-2 per i romagnoli, che si presentano in Abruzzo in serie positiva. Il Teramo sembra gestire in tranquillità, e passa alla prima occasione con Caidi su corner di Amadio. I biancorossi continuano ad attaccare, serpentina splendida di Di Matteo sul fondo: molto meglio il pescarese rispetto a una settimana fa. Nell’ultimo quarto d’ora il Teramo cala pericolosamente d’intensità, i gialloblù passano al rombo e trovano il pareggio di testa. Male tutta la difesa, ma Tonti ha più di una colpa: decisamente sottotono il n.1 oggi. Vivarini deve aver fatto tremare le pareti, nella ripresa il Teramo sembra un’altra squadra: Mark e Holly (Donnarumma e Lapadula) sono troppo belli per essere veri, e si inventano il 2-1 con una giocata tutta di prima. Diavoli davvero indemoniati, ancora Di Matteo fa da preludio a Donnarumma, il napoletano resiste a due falli (altro arbitraggio rivedibile) e mette dentro un pallonetto delizioso. Diavolo irrefrenabile quando gioca rapido nello stretto e efficace sulle fasce; gli uno contro uno sono la chiave della vittoria. Sembra tutto messo a posto, ma il Santarcangelo segna un altro gol avulso dal contesto della partita, gran colpo di testa Guidone (doppietta). Di Paolantonio sbaglia il match point, nella sua condizione psicologica la palla è davvero molto piccola, e il Teramo è condannato a un quarto d’ora di sofferenza. Delirio al triplice fischio, altro boato quando arriva il finale di San Marino: il Titano rimonta L’Aquila, 3-2. Fosse finita diversamente, si sarebbe parlato giustamente di un passo indietro per mentalità e solidità. Ma il Diavolo ha avuto davvero una grinta tremenda, e la lezione che nessuno va sottovalutato forse era meglio ripassarla, tanto più visti i vari buoni elementi degli ospiti (Guidone, Obeng, Tabordeau). Ora testa al derby, per continuare a mettere pressione all’Ascoli e spingere ancora più giù una rivale e storica e diretta concorrente. Tutti a L’Aquila!
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